Vittorio Emanuele II – 5 lire 1863
Non soltanto in argento, ma anche nel più nobile dei metalli – l’oro – vengono coniati a Torino, Capitale del neonato Regno d’Italia – gli scudi da 5 lire (a titolo 900 millesimi, diametro 17 millimetri e al peso di 1,61 grammi). Queste rare monete saranno emesse, tuttavia, solo in due date, il 1863 e il 1865. Esemplari dal diametro minuscolo e di piccolo peso, certo, ma sufficienti a rendere evidente e tangibile il rapporto di valore tra l’oro e l’argento: secondo la Legge di unificazione monetaria promulgata nel 1863, infatti, ogni lira deve contenere un fino di 0,29025 grammi di biondo metallo oppure, in modo equivalente 4,175 grammi d’argento. Le lettere corsive T e BN (in monogramma) riportante in basso, al rovescio, indicano la città di produzione (Torino) e la Banca Nazionale degli Stati Sardi che, nel 1867, incorporando la Banca di Parma e quella, ex pontificia, delle Quattro Legazioni, darà vita alla Banca Nazionale nel Regno d’Italia.
I commenti sono disabilitati, ma trackbacks e pingbacks sono abilitati.